giovedì 31 gennaio 2008

E’ ITALIANO IL MIGLIOR ENOLOGO DEL MONDO: IL WINE ENTHUSIAST “INCORONA”, A NEW YORK, CARLO FERRINI.

fonte winenews

Il miglior enologo del mondo? E’ un italiano. Negli States il vino “made in Italy” va sempre più forte, ed ora il Wine Enthusiast, una delle riviste di critica enologica più seguite dal pubblico d’oltreoceano, ha incoronato il toscano Carlo Ferrini “Winemaker of the Year” (Enologo dell’anno). A John Mariani, fondatore della Castello Banfi, famosa griffe che ha lanciato il Brunello di Montalcino nel mondo, è stato invece assegnato il prestigioso “Lifetime Achievement” (Premio alla carriera). Il duplice riconoscimento, assegnato questa notte all’Italia del vino nella prestigiosa location della Public Library di New York, è la conferma del legame d’eccezione che unisce da tempo il Bel Paese agli Stati Uniti, mercato di riferimento per il nostro export enologico (secondo il Wine & Food Institute il 2007 ha segnato un anno record per l’export, con una cifra superiore a 1,2 miliardi di dollari, nonostante la debolezza della divisa americana). La quota di mercato dei vini italiani negli Usa supera, infatti, il 30% ed è destinata a crescere. Ma gli Usa dimostrano la loro ammirazione non solo per il prodotto finito, ma anche per il modello di produzione vinicola italiana. E’ italiano doc di nascita e formazione enologica il “Winemaker dell’anno”, il fiorentino Carlo Ferrini, che, subito dopo la laurea in agraria nel 1978 inizia a lavorare al Consorzio del Chianti Classico, dove rimane per oltre dieci anni, contribuendo decisamente alle linee guida del progetto “Chianti Classico 2000”, un lavoro tutto dedicato a scoprire i segreti del vitigno toscano per eccellenza: il Sangiovese. Accademico della Vite e del Vino, nel 1992 Ferrini comincia la sua carriera di consulente che lo porterà in poco più di due lustri a diventare uno degli enologi più stimati d’Italia e non solo. Nel 2000 è “Enologo dell’anno” per il Gambero Rosso/Slow Food e nel 2003 riceve il medesimo riconoscimento dalla prestigiosa Associazione Italiana Sommelier (Ais). Oggi è consulente enologo per le più importanti aziende del Belpaese: dalle toscane Barone Ricasoli, Brancaia, Castello di Fonterutoli, Fattoria Le Corti, Fattoria Nittardi, Poggio Bonelli (gruppo Mps), Fattoria di Petrolo, Poggio Verrano, Castello del Terriccio, Sapaio, Poliziano, Talenti, Castello Romitorio, Casanova di Neri (miglior vino del mondo per un’altra rivista cult degli Usa, “Wine Spectator”, con il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001) all’abruzzese Valle Reale, dalle siciliane Tasca d’Almerita e Donnafugata alla trentina San Leonardo dei Marchesi Guerrieri Gonzaga. Ancora “Italian Wine Style” con il “Premio alla carriera” a John Mariani, il fondatore di un marchio storico come la Castello Banfi, simbolo del Brunello di Montalcino nel mondo. Americano di nazionalità, ma con profonde radici italiane, John Mariani, nel 1950, insieme al fratello Harry, sviluppa l’attività paterna di importatore di vino oltre i confini americani, diventando negli anni ‘60 uno fra i più importanti négociant di Bordeaux e di Borgogna. Nel 1969, John rese un fenomeno da manuale di marketing il lancio negli Usa del Lambrusco delle Cantine Riunite. Questo successo lo portò a diventare il primo importatore di vini italiani negli Usa, posizione che ha detenuto per 26 anni. A metà degli anni ‘70 la svolta: Mariani diventa produttore di vino lui stesso, fondando a Montalcino la Castello Banfi e contribuendo, in misura decisiva, al successo mondiale del Brunello. Uomo di visioni strategiche quasi profetiche, nonostante l’età avanzata, continua a rappresentare un punto di riferimento per le politiche di marketing vitivinicolo più innovative.

martedì 29 gennaio 2008

Gli Usa superano l'Italia nel consumo di vino

fonte vino24.tv

Dagli ultimi dati disponibili il sorpasso dovrebbe essere ormai fatto: l'America beve più vino dell'Italia. La crescita dei consumi americani raggiunge così il suo quindicesimo anno consecutivo nel 2007, dopo un +4% registrato nel 2006.In totale gli americani hanno consumato ben 304 milioni di casse di vino sorpassando gli italiani, posizionandosi quindi al secondo posto della classifica mondiale del consumo e insediando ormai da vicino i francesi (ancora al primo posto, dati 2007 wine market report di Impact Databank)Il report elenca anche una serie di fattori che hanno contribuito a ciò: pubblicità che elogia gli effetti benefici della bevanda; crescita dei nuovi wine lover, soprattutto da imputare alla millennial generation; crescita del reddito personale delle donne; modalità di vendita e marketing del vino.

I consulenti e gli osservatori, infatti, affermano che il vino è diventato oltre che più disponibile negli store, anche più facile e semplice da capire: le immagini di animali in etichetta (critter label) hanno ormai rotto le barriere, vedi il caso Yellow Tail.Sono cambiate anche le modalità di acquisto: cinque anni fa la spesa media per bottiglia si aggirava tra i 6 e gli 8 dollari, mentre oggi siamo a quota 10-15 dollari. In generale, i consumatori non guardano più al vino poco costoso e basta, ma cercano anche e soprattutto la qualità.Riguardo alla classifica, di questo passo l'America supererà la Francia entro il 2015.

giovedì 24 gennaio 2008

POTATURA


siamo in piena attività di potatura, colgo quindi l'occasione per scrivere due cose a tal proposito.

Quest'anno mi sto dividendo in due tipi di potatura, quella più produttiva e quella qualitativa.

in realtà la differenza è molto semplice ed è tutta nel numero di gemme per pianta, in base alla forma d'allevamento, al vitigno ed al sesto d'impianto.

quest'anno sto evitando il più possibile di eseguire tagli di ritorno nel cordone speronato, magari rischiando di allungare un po' i nasi, ma , si dice, aumentando la longevità della pianta.

quindi i linea di massima si taglia solo il legno di due anni, cioè lo sperone di quest'anno. vedremo un po' i risultati.

In questo modo però, appunto per ovviarea problemi di "nasi" troppoi lunghi, ho deciso di potare il più corto possibile, cioè ad un gemma franca, ed in alcuni casi anche alla sola gemma di corona.

in questi giorni sto potando in una zona di sangiovese destinata ad uso ninterno, si tratto di un impianto con sesto 2,50 metri tra le fila e 0,83 sulla fila. l'impianto è giovane e non ancora tutte le piante sono già al cordone permanente. Alcune sono da rinnovare, poichè non hanno un'equilibrata disposizione dei germogli. su quelle già impostate quest'anno lascierò 4 speroni ad una sola gemma franca.

Vedremo i risultati.

venerdì 4 gennaio 2008